Che cos’è l’ANORESSIA?
L’ANORESSIA è un disturbo alimentare particolarmente grave. Chi ne è colpito va in contro a una marcata perdita di peso, a causa della paura morbosa di ingrassare e di una visione distorta della propria immagine corporea.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta la seconda causa di morte in età giovanile, dopo gli incidenti stradali.
Spaventa non solo i genitori, ma anche i medici e gli psicoterapeuti. Ciò che più sorprende è che, contrariamente a quello che suggerirebbe il buon senso, sono proprio coloro che ne sono vittime a non temere questa pericolosa malattia. Ne sono sedotti.
L’ANORESSIA paradossalmente è una condizione “amata” dalle sue vittime, vissuta spesso come una virtù invece di disturbo.
È una malattia in linea con i nostri tempi che affiancano abbondanza di cibo e modelli di magrezza eccessivi.
L’ANORESSIA fa paura anche perché le terapie si sono dimostrate spesso inadeguate, quando non controproducenti.
Anoressici non si diventa da un giorno all’ altro ma attraverso un processo graduale di astinenza alimentare.
I Sintomi e Comportamenti dell’ANORESSIA:
Il mantenere un certo peso può non essere qualcosa di necessariamente invalidante.
Il vero problema arriva nel momento in cui la perdita del peso supera una certa soglia e la persona non riesce più a smettere di controllare l’alimentazione.
Quando la giovane adolescente riduce sempre di più la quantità di cibo sino all’astinenza completa, con tutte le conseguenze che questa può comportare. È qui che viene superato il limite e si entra nella patologia.
Si comincia con il restringere i cibi sia nella quantità che nella qualità. Spesso la malattia insorge dopo una dieta dimagrante o, nelle fasi iniziali, mascherata da scelta ideologica salutistica o vegetariana.
Si osserva una rilevante perdita di peso ottenuta, il più delle volte in tempi rapidi.
L’ossessione è quella della magrezza associata alla fobia di essere grasse o grosse.
Nella maggioranza dei casi il corpo viene vissuto con profonda vergogna e con la preoccupazione di quello che altri possono pensare del loro aspetto.
A livello delle relazioni interpersonali si osserva un progressivo ritiro sociale.
Evitano il rischio di situazioni conviviali in cui potrebbe avvenire la perdita di controllo sulla restrizione alimentare.
Ciò che stupisce i non esperti e manda in tilt i genitori è la progressiva distorsione dell’immagine corporea. È come se indossassero delle lenti deformanti: più dimagriscono più si vedono grasse o grosse.
LE VARIANTI DELL’ANORESSIA:
Anoressia giovanile con exercizing:
L’esercizio permette di consumare le calorie ed in breve tempo far calare l’ago della bilancia . Nonostante la magrezza esasperata è sorprendente come queste ragazze abbiano un’energia incredibile. È qui che si inserisce l’aspetto fisiologico della perdita di peso eccessiva, prodotta dal digiuno che provoca una secrezione particolarmente elevata di endorfine, le stesse che vengono secrete dall’ organismo di un maratoneta durante una corsa e che permettono di raggiungere una performance fisica elevata.
Talvolta le anoressiche di questo tipo accettano senza grandi resistenze l’incremento di cibo ma non la riduzione dell’attività motoria.Spesso non stanno mai ferme; sfruttano ogni occasione per muoversi e bruciare calorie; salgono e scendono scale; vagano camminando per ore senza sosta; ripetono centinaia di volte esercizi faticosi, in particolare quelli per ridurre la pancia percepita. Sono frequenti le lesioni da eccesso, come tendiniti, gonalgie, talloniti, lesioni muscolari, che tuttavia non frenano le anoressiche.
Anoressia giovanile con binge eating:
Oltre due terzi delle anoressiche non riesce a mantenere la restrizione alimentare e cede alla tentazione di mangiare; finendo spesso per farsi travolgere dal desiderio dei cibi che si sono maggiormente vietate. Ciò provoca una restrizione alimentare ancora maggiore nei giorni successivi alla perdita di controllo. La sintomatologia dominante rimane la restrizione anche se non è più tanto ben riuscita. L’anoressia viene così contagiata dal Binge Eating: un disturbo connotato da periodi di controllo maniacale del cibo seguiti da abbuffate.
Anoressia giovanile con vomiting:
Questa variante rappresenta la più frequente evoluzione dell’anoressia; rendendo il disturbo ancora più complesso, invalidante e rischioso per la vita della paziente. Il vomito autoindotto porta infatti allo scompenso elettrolitico, che è la causa di mortalità più frequente nei disordini alimentari. Si osservano due stadi distinti del disturbo. Inizialmente la giovane vomita perché pensa di aver mangiato troppo, in questo caso il vomito è il rimedio; in seguito la giovane si abbuffa per vomitare. In questo caso il vomito è la parte finale del piacevole rito abbuffata-vomito.
Anoressia giovanile con autolesionismo:
Spesso associata al vomiting, è la variante connotata dal comportamento autolesivo. Nessuna di queste forme tende all’autodistruttività o a intenzioni suicidarie. Hanno invece un ruolo sedativo rispetto agli stati emotivi negativi (tensione, noia, ansia, dolore). Rappresentano la ricerca di un sottile piacere. Il comportamento autolesivo senza intenzione suicidaria in oltre il 70% dei casi è associato al disordine alimentare anoressico, tanto da farlo ritenere un comune sintomo delle forme più severe di tale patologia.
Anoressia giovanile con purging:
Caratterizzata dall’uso di lassativi ed altre pratiche per facilitare l’evacuazione intestinale, così come il ricorso ai diuretici. Rispetto ai decenni passati, tale pratica è diminuita, forse perché se ne conoscono gli effetti collaterali. Mentre è più diffuso il ricorso agli enteroclismi a base di acqua o sostanze come la camomilla o simili per la convinzione che aiuti a depurare l’intestino. A ciò si si associano uno stile alimentare esotico o varie diete di derivazione orientale. Spesso questi comportamenti rappresentano l’anticamera del disturbo alimentare restrittivo o della sua variante ortoressica, vale a dire la fissazione per i cibi considerati sani e l’evitamento fobico di quelli ritenuti non sani. Il più delle volte questo quadro evolve in anoressia mentale.
Anoressia con uso di sostanze:
Più che una variante possiamo considerarla una forma di comportamento patologico pericoloso che si aggiunge al disturbo alimentare restrittivo, a quello del vomiting e a quello multisintomatico. Negli ultimi decenni si è osservato un netto incremento dell’ausilio chimico; sciroppo di ipecac (contiene emetina, una sostanza cardiotossica che può indurre morte improvvisa) per indurre il vomito, amfetamine e derivati, farmaci che consentono di non sentire la fame.
Anoressia giovanile polisintomatica e/o disturbo borderline:
Si tratta di pazienti che hanno manifestato tutti i diversi comportamenti patologici connessi al cibo, alternandoli nel tempo, come una sorta di sperimentazione alla ricerca del metodo migliore per non ingrassare o per dimagrire. Oltre alle condotte alimentari disfunzionali, presentano un quadro clinico caratterizzato disturbo di personalità borderline. Manifestano elevata instabilità emotiva e affettiva, della propria immagine e delle relazioni interpersonali; difficoltà a controllare la rabbia e gli impulsi; sentimenti cronici di vuoto e noia. Queste giovani hanno grandi difficoltà a stabilire degli obiettivi e a mantenerli.
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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra