ORTORESSIA

Deriva dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione psicologica per il mangiare sano.

L’ORTORESSIA è l’ossessione maniacale per i cibi sani. E’ presente una forte attenzione verso le numerose diete esistenti sul mercato ed è caratterizzata dalla preselezione ossessiva degli alimenti che nel tempo, può diventare pericolosa.

La persona è controllata da un vero e proprio fanatismo alimentare, un complesso di superiorità basato sul cibo che lo porta a disprezzare chi non mangia sano; che finisce per acquisire le sembianze di un disturbo alimentare.

Molto spesso è connessa ad una forte paura di ingrassare o ad una paura ipocondriaca di non essere in perfetta salute.

I pensieri tipici:

Chi soffre di ORTORESSIA, è imprigionato in un circolo vizioso nel quale, le regole, se trasgredite, creano un forte senso di colpa che porta inevitabilmente ad un irrigidimento ulteriore delle regole stesse (soprattutto in ambito alimentare).

Alla base esiste anche una paura nel provare piacere, dove quest’ultimo viene percepito come nocivo.
Ciò si manifesta ad esempio nel disgusto verso cibi succulenti, per paura che questi possano essere dannosi per la sua salute.

Comportamenti dell’Ortoressia:

Comportamenti tipici sono:

  • Spendere più di tre ore al giorno a pensare al cibo, per la ricerca, l’acquisto e la preparazione del cibo;
  • Selezionare il cibo più per i benefici sulla salute che per il gusto,
  • Sentirsi in colpa qualora non si segua la dieta abituale,
  • Sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto.
  • Pianificazione in anticipo dei pasti
  • preparazione scrupolosa e ossessiva del cibo che deve seguire precise procedure; ad esempio utilizzare solo certi tipi di pentole o certi tipi di cotture.

Sintomi dell’Ortoressia:

Sintomi tipici sono:

  • Ruminazione ossessiva sul cibo. La persona può trascorrere più di 3-4 ore al giorno a pensare a quali cibi scegliere, a come prepararli e consumarli, pretendendo solo ciò che fa stare bene, che può non corrispondere a ciò che piace realmente. Vengono solitamente messi in atto comportamenti ossessivi riguardanti la selezione, la ricerca, la preparazione ed il consumo degli alimenti, suddivisibili in varie fasi:
      1. Pianificazione dei pasti con diversi giorni di anticipo, al fine di evitare i cibi ritenuti dannosi (contenenti pesticidi residui o ingredienti geneticamente modificati, oppure ricchi di zucchero o sale);
      2. Impiego di una grande quantità di tempo nella ricerca e nell’acquisto degli alimenti a scapito di altre attività, fino a coltivare in prima persona verdure e ortaggi
      3. Preparazione del cibo secondo procedure particolari ritenute esenti da rischi per la salute (cottura particolare, utilizzo di un certo tipo di stoviglie)
  • Pensieri intrusivi che possono durare anche tutto il giorno riguardo il cibo;
  • Insoddisfazione affettiva e isolamento sociale causati dalla persistente preoccupazione legata al mantenimento di tali rigide regole alimentari autoimposte.

Che cosa comporta l’Ortoressia:

Tutti fattori che permettono di collocare l’ Ortoressia nella categoria delle nuove dipendenze a carattere ossessivo-compulsivo e distinguerla da altre patologie, in cui la fissazione è relativa alla qualità, più che alla quantità del cibo ingerito, come nell’Anoressia o della Bulimia.

Una deviazione anche solo minima da esse provoca una serie di conseguenze emotive a cascata, quali colpa, rabbia e umore depresso, fino a somatizzazioni di disturbi fisici (indigestioni, nausea, vomito).

A loro volta, i sensi colpa portano all’ulteriore irrigidimento delle regole alimentari, in un circolo vizioso, segnato da ansia sempre più crescente. Viceversa, dopo aver rispettato le regole alimentari, si provano generalmente sentimenti di soddisfazione e accresciuta autostima, collegati a un senso di controllo sulla propria vita.

Caratteristica peculiare è anche la presenza di rituali ossessivo-maniacali sul cibo. Spesso richiedono molte ore di tempo. Un comportamento tipico è il “trattamento igienico” del cibo. Questo viene effettuato mediante controlli scrupolosi per evitare il rischio di contaminazione, per paura che questo sia sporco o non sano.
Molto spesso questa minaccia arriva alla vera e propria mania di persecuzione, dove il soggetto ha paura di essere avvelenato.

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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra

BINGE EATING

Le caratteristiche del BINGE EATING:

Il Binge Eating Disorder (BED), detto anche disturbo da alimentazione incontrollata.

Consiste in frequenti episodi di alimentazione incontrollata quindi di abbuffate compulsive, alternate a periodi di digiuno e astinenza forzati.

Tutto ciò di solito senza condotte compensatorie come il vomito o l’uso di lassativi, anche se talvolta possono essere presenti.

Il BINGE EATING è stato scoperto più di recente rispetto alla bulimia nervosa e si differenzia da quest’ultima proprio per le alternanze tra lunghi periodi di digiuno massicce abbuffate.

Tutto ciò genera un circolo vizioso dove il problema principale consiste in una difficoltà a controllare l’impulso ad alimentarsi.

Spesso vi è una correlazione con l’obesità, anche se non è una caratteristica necessaria.

Il BINGE EATING, infatti non si vede grosso, ma sovrappeso. Associa la causa alle abbuffate e di conseguenza digiuna, ritornando a piacersi. Per questo motivo tipicamente si riscontrano periodi in cui vi è un’alternanza di aumento e diminuzione di peso.

Le persone che soffrono di questo disturbo hanno spesso la sensazione di perdere il controllo. A volte anche senza possedere un reale senso di fame.

Criteri diagnostici del BINGE EATING:

  • Ricorrenti abbuffate

Un’abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti sintomi:

  • mangiare in un definito periodo di tempo (ad esempio un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili
  • sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa e quanto si sta mangiando)

 

Gli episodi di abbuffata sono associati con tre (o più) dei seguenti sintomi:

  • mangiare molto più rapidamente del normale e finchè non ci si sente sgradevolmente pieno
  • introdurre una quantità di cibo notevolmente maggiore rispetto alla sensazione fisica di fame
  • mangiare da solo poiché ci si sente imbarazzato per come si sta mangiando; sentirsi disgustato di se stesso; depresso; in colpa dopo l’abbuffata
  • è presente grosso disagio riguardo gli episodi di abbuffata
  • gli episodi di abbuffata si verificano mediamente almeno due giorni a settimana nel corso di 6 mesi
  • le abbuffate non sono associate con un regolare uso dei comportamenti compensatori inappropriati. Ad esempio vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici, clisteri e il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo

Una variante del BINGE EATING è la NES (Night-Eating syndrome), ovvero la sindrome dei mangiatori notturni, presentata da alcuni soggetti trovati nell’attività clinica che presentano le stesse caratteristiche del Binge Eater , ma con abbuffate che si verificano solo di notte. Alcuni studi dimostrerebbero che in questo disturbo è presente un’inversione del ritmo giorno-notte, che porta chi ne soffre a sentire lo stimolo della fame, più la notte che il giorno.

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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra.

SINDROME DA VOMITO O VOMITING

Negli ultimi tempi si è osservato un aumento significativo dei casi di SINDROME DA VOMITO O VOMITING, rispetto all’Anoressia e la Bulimia.

Esistono varie forme di patologia alimentare (bulimia nervosa, anoressia nervosa, binge eating, bulimia nervosa, anoressia nervosa con condotte di eliminazione), ed emerge in modo chiaro che vi è un’associazione tra bulimia nervosa con autoinduzione di vomito (Vomiting Syndrome).

Sintomi e Comportamenti:

Le ragazze con tendenze bulimiche o anoressiche scoprono che vomitare consente loro di:

  • Tenere sotto controllo il peso senza dover rinunciare al piacere del cibo,
  • Evitare di mettere in allarme la famiglia in quanto,
  • Mantenersi  di qualche chilo sopra o sotto il loro peso forma in modo che non si sentano sotto pressione.

È sempre più frequente tra i  giovani e meno giovani, l’attenzione al proprio corpo.  Un’attenzione esasperata dall’immagine diffusa dai mass media di modelli esteticamente perfetti su cui identificarsi. Entrare in una taglia quaranta oppure mostrare un addome scolpito diventa il chiodo fisso.

Il mangiare e vomitare inizialmente viene utilizzato come strategia per non ingrassare. Questa tentata soluzione che permette di abbuffarsi senza dover fare i conti con il grasso. Ma attraverso la ripetizione della sequenza del: mangiare e vomitare, si trasforma in un rituale sempre più piacevole.

Le Particolarità del Vomiting:

La letteratura (APA, 1994) classifica la SINDROME DA VOMITO O VOMITING come una variante dell’Anoressia e della Bulimia nervosa ma, la ricerca empirica (Nardone et al., 1999; Nardone et al., 2005) ha mostrato come la SINDROME DA VOMITO O VOMITING si basi su una struttura e un modello percettivo differente.

Sia la Bulimia che l’Anoressia  ne costituiscono la matrice ma, una volta instaurato, la SINDROME DA VOMITO O VOMITING, questo perde ogni legame con il disturbo che ne ha causato l’insorgenza.

Per la persona il vomiting rappresenta un modo per perdere peso o evitare di aumentare di peso, continuandosi a nutrire, una tentata soluzione disfunzionale.

Quest’ultima all’inizio funziona ma, quando il ciclo abbuffata/vomito viene reiterato, si trasforma in un rituale piacevole e in pochi mesi, diventa un piacere di cui non si può fare più a meno.

I soggetti si abbuffano intenzionalmente per poi vomitare.

Struttura del Disturbo:

Il problema si trasforma rispetto alla forma iniziale, ovvero:
Dal tentativo di controllo del peso (come nelle anoressiche o bulimiche), si passa a una vera e propria compulsione irrefrenabile (vomiting).

Mangiare e vomitare diviene un piacere perverso a cui non si riesce a rinunciare.

Il piacere provato non è l’esito del mangiare ma, è dato dalla sequenza di tre fasi:

  • Eccitatoria: il desiderio si trasforma in attivazione fisiologica dell’organismo;
  • Consumatoria: si mangia fino a sentirsi completamente sazi;
  • Scarica: è rappresentata dal vomito.

Per quanto possa sembrare perverso o disgustoso, tutta la sequenza del rituale diviene un piacere irrefrenabile e travolgente.

Se in un primo momento eliminare tutto ciò che si è ingurgitato è solo un modo per evitare di accumulare calorie poi diviene un piacere irrinunciabile, un “amante segreto”, il demone che rapisce, che si discosta sempre più da qualsiasi altro piacere personale, sociale, professionale.

Essendo il Vomiting una sindrome a se stante, risultano fallimentari le metodologie di intervento utilizzate su anoressia e bulimia.

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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra

BULIMIA

La BULIMIA è il disturbo alimentare senza dubbio più frequente in tutte le sue forme variegate.

Bulimia, letteralmente significa ‘fame da bue‘.

La Bulimia Nervosa è uno dei disturbi inerenti alla sfera dell’alimentazione ed è caratterizzata dalla tendenza a esercitare, in maniera disregolata, un eccessivo controllo sul proprio peso.

Caratteristiche :

Con il termine Bulimia Nervosa si definisce un disturbo psichico che compare durante la prima adolescenza.

È caratterizzato da eccessiva e costante preoccupazione per il peso e le forme, per cui la persona inizia a seguire una dieta ferrea, presentando però poi abbuffate e vomito autoindotto.

Dopo l’abbuffata si palesa la terribile paura di aumentare di peso, che a sua volta porta alla messa in atto di comportamenti compensatori (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo).

I mezzi di compenso, come il vomito e il digiuno, portano ad avere altre abbuffate e il circolo vizioso, vomito – abbuffata – vomito – abbuffata, si autoalimenta e si mantiene fino a cronicizzarsi.

Le persone arrivano a mangiare qualunque cosa per il piacere di ingozzarsi.

Questi attacchi durano per un tempo che va da 15 minuti a 4 ore.

Vomitando o con altri metodi di compensazione (lassativi, eccessivo esercizio fisico, digiuno, etc.) le persone bulimiche credono di poter raggiungere la loro forma ideale e di poter allo stesso tempo soddisfare la loro necessità di cibo con le abbuffate.

Sintomi della bulimia:

  • Il comportamento alimentare è controllato quando si è in pubblico
  • Si scelgono prodotti ‘light’ e a basso contenuto di grassi per i cibi che vengono consumati “ufficialmente” e trattenuti all’interno del corpo
  • Si acquistano grandi quantità di cibi di scarsa qualità e facili da consumare per le abbuffate
  • Durante le abbuffate si consuma un’eccessiva quantità di cibo in un lasso di tempo limitato
  • Nello stesso tempo si accumulano cibi e si è preoccupati di avere sempre del cibo a disposizione
  • Non si hanno orari regolari per i pasti
  • Osservati da fuori tutto funziona perfettamente, la facciata è positiva
  • La bulimia causa emozioni di vergogna ed è tenuta spesso segreta
  • Disgusto per se stessi, sensazione di essere anormali
  • Isolamento sociale, trascurare i propri interessi, umore depresso
  • Molta attività sportiva

L’Ossessione per il peso corporeo conduce le persone con Bulimia Nervosa ad attuare persistenti e caratteristiche forme di riduzione alimentare, ovvero a seguire una dieta estrema e costante, determinata da regole alimentari estremamente rigide e inflessibili, le quali disciplinano il quanto e il cosa si deve mangiare.

Nei pazienti affette da bulimia nervosa, una difficoltà a tollerare le emozioni negative: le abbuffate infatti creano uno stato di piacevolezza. Questa sensazione piacevole iniziale serve soprattutto a bloccare e soffocare le emozioni negative provate. Tale comportamento dà vita a un circolo vizioso: sopprimere le emozioni attraverso il cibo porta a non risolvere mai i problemi favorendo l’abbuffata successiva; d’altra parte le abbuffate stesse portano alla comparsa di emozioni negative (senso di colpa, disgusto, paura d’ingrassare), che a loro volta innescano le nuove abbuffate.

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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra

ANORESSIA

Che cos’è l’ANORESSIA?

L’ANORESSIA è un disturbo alimentare particolarmente grave. Chi ne è colpito va in contro a una marcata perdita di peso, a causa della paura morbosa di ingrassare e di una visione distorta della propria immagine corporea.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta la seconda causa di morte in età giovanile, dopo gli incidenti stradali.

Spaventa non solo i genitori, ma anche i medici e gli psicoterapeuti. Ciò che più sorprende è che, contrariamente a quello che suggerirebbe il buon senso, sono proprio coloro che ne sono vittime a non temere questa pericolosa malattia. Ne sono sedotti.

L’ANORESSIA paradossalmente è una condizione “amata” dalle sue vittime, vissuta spesso come una virtù invece di disturbo.

È una malattia in linea con i nostri tempi che affiancano abbondanza di cibo e modelli di magrezza eccessivi.

L’ANORESSIA fa paura anche perché le terapie si sono dimostrate spesso inadeguate, quando non controproducenti. 

Anoressici non si diventa da un giorno all’ altro ma attraverso un processo graduale di astinenza alimentare.

I Sintomi e Comportamenti dell’ANORESSIA:

Il mantenere un certo peso può non essere qualcosa di necessariamente invalidante.

Il vero problema arriva nel momento in cui la perdita del peso supera una certa soglia e la persona non riesce più a smettere di controllare l’alimentazione.

Quando la giovane adolescente riduce sempre di più la quantità di cibo sino all’astinenza completa, con tutte le conseguenze che questa può comportare. È qui che viene superato il limite e si entra nella patologia.

Si comincia con il restringere i cibi sia nella quantità che nella qualità. Spesso la malattia insorge dopo una dieta dimagrante o, nelle fasi iniziali, mascherata da scelta ideologica salutistica o vegetariana.

Si osserva una rilevante perdita di peso ottenuta, il più delle volte in tempi rapidi.

L’ossessione è quella della magrezza associata alla fobia di essere grasse o grosse.

Nella maggioranza dei casi il corpo viene vissuto con profonda vergogna e con la preoccupazione di quello che altri possono pensare del loro aspetto.

A livello delle relazioni interpersonali si osserva un progressivo ritiro sociale.

Evitano il rischio di situazioni conviviali in cui potrebbe avvenire la perdita di controllo sulla restrizione alimentare.

Ciò che stupisce i non esperti e manda in tilt i genitori è la progressiva distorsione dell’immagine corporea. È come se indossassero delle lenti deformanti: più dimagriscono più si vedono grasse o grosse.

LE VARIANTI DELL’ANORESSIA: 

Anoressia giovanile con exercizing:

L’esercizio permette di consumare le calorie ed in breve tempo far calare l’ago della bilancia . Nonostante la magrezza esasperata è sorprendente come queste ragazze abbiano un’energia incredibile. È qui che si inserisce l’aspetto fisiologico della perdita di peso eccessiva, prodotta dal digiuno che provoca una secrezione particolarmente elevata di endorfine, le stesse che vengono secrete dall’ organismo di un maratoneta durante una corsa e che permettono di raggiungere una performance fisica elevata.

Talvolta le anoressiche di questo tipo accettano senza grandi resistenze l’incremento di cibo ma non la riduzione dell’attività motoria.Spesso non stanno mai ferme; sfruttano ogni occasione per muoversi e bruciare calorie; salgono e scendono scale; vagano camminando per ore senza sosta; ripetono centinaia di volte esercizi faticosi, in particolare quelli per ridurre la pancia percepita. Sono frequenti le lesioni da eccesso, come tendiniti, gonalgie, talloniti, lesioni muscolari, che tuttavia non frenano le anoressiche.

Anoressia giovanile con binge eating:

Oltre due terzi delle anoressiche non riesce a mantenere la restrizione alimentare e cede alla tentazione di mangiare; finendo spesso per farsi travolgere dal desiderio dei cibi che si sono maggiormente vietate. Ciò provoca una restrizione alimentare ancora maggiore nei giorni successivi alla perdita di controllo. La sintomatologia dominante rimane la restrizione anche se non è più tanto ben riuscita. L’anoressia viene così contagiata dal Binge Eating: un disturbo connotato da periodi di controllo maniacale del cibo seguiti da abbuffate.

Anoressia giovanile con vomiting:

Questa variante rappresenta la più frequente evoluzione dell’anoressia; rendendo il disturbo ancora più complesso, invalidante e rischioso per la vita della paziente. Il vomito autoindotto porta infatti allo scompenso elettrolitico, che è la causa di mortalità più frequente nei disordini alimentari. Si osservano due stadi distinti del disturbo. Inizialmente la giovane vomita perché pensa di aver mangiato troppo, in questo caso il vomito è il rimedio; in seguito la giovane si abbuffa per vomitare. In questo caso il vomito è la parte finale del piacevole rito abbuffata-vomito.

Anoressia giovanile con autolesionismo:

Spesso associata al vomiting, è la variante connotata dal comportamento autolesivo. Nessuna di queste forme tende all’autodistruttività o a intenzioni suicidarie. Hanno invece un ruolo sedativo rispetto agli stati emotivi negativi (tensione, noia, ansia, dolore). Rappresentano la ricerca di un sottile piacere. Il comportamento autolesivo senza intenzione suicidaria in oltre il 70% dei casi è associato al disordine alimentare anoressico, tanto da farlo ritenere un comune sintomo delle forme più severe di tale patologia.

Anoressia giovanile con purging:

Caratterizzata dall’uso di lassativi ed altre pratiche per facilitare l’evacuazione intestinale, così come il ricorso ai diuretici. Rispetto ai decenni passati, tale pratica è diminuita, forse perché se ne conoscono gli effetti collaterali. Mentre è più diffuso il ricorso agli enteroclismi a base di acqua o sostanze come la camomilla o simili per la convinzione che aiuti a depurare l’intestino. A ciò si si associano uno stile alimentare esotico o varie diete di derivazione orientale. Spesso questi comportamenti rappresentano l’anticamera del disturbo alimentare restrittivo o della sua variante ortoressica, vale a dire la fissazione per i cibi considerati sani e l’evitamento fobico di quelli ritenuti non sani. Il più delle volte questo quadro evolve in anoressia mentale.

Anoressia con uso di sostanze:

Più che una variante possiamo considerarla una forma di comportamento patologico pericoloso che si aggiunge al disturbo alimentare restrittivo, a quello del vomiting e a quello multisintomatico. Negli ultimi decenni si è osservato un netto incremento dell’ausilio chimico; sciroppo di ipecac (contiene emetina, una sostanza cardiotossica che può indurre morte improvvisa) per indurre il vomito, amfetamine e derivati, farmaci che consentono di non sentire la fame.

Anoressia giovanile polisintomatica e/o disturbo borderline:

Si tratta di pazienti che hanno manifestato tutti i diversi comportamenti patologici connessi al cibo, alternandoli nel tempo, come una sorta di sperimentazione alla ricerca del metodo migliore per non ingrassare o per dimagrire. Oltre alle condotte alimentari disfunzionali, presentano un quadro clinico caratterizzato disturbo di personalità borderline. Manifestano elevata instabilità emotiva e affettiva, della propria immagine e delle relazioni interpersonali; difficoltà a controllare la rabbia e gli impulsi; sentimenti cronici di vuoto e noia. Queste giovani hanno grandi difficoltà a stabilire degli obiettivi e a mantenerli.

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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra

VIGORESSIA

La VIGORESSIA è la dipendenza patologica dall’esercizio fisico, si verifica nel momento in cui si pratica sport superando i limiti normalmente posti dallo sforzo, dalla noia e dalla stanchezza (Velea, 2016).

Che Cos’è:

Questa dipendenza nasce da una preoccupazione ossessiva per l’aspetto fisico e dal desiderio di modificarlo aspirando alla perfezione, tanto che alcuni autori parlano di “Complesso di Adone” (Velea, 2016), dalla celebre figura mitologica simbolo della giovanile bellezza maschile.

Sembra essere, quindi, una nuova forma di disturbo della percezione della propria immagine corporea.

La VIGORESSIA è definita anche come Anoressia inversa.

I sintomi sono opposti a quelli dell’Anoressia nervosa:

  • la persona anoressica si vede sempre grassa pur essendo magrissima,
  • la persona vigoressica si vede sempre magro e non abbastanza muscoloso anche quando ha raggiunto un fisico molto atletico.

Caratteristiche Principali:

  • Forte insoddisfazione e preoccupazione nei confronti del proprio fisico, che è visto come asciutto e poco muscoloso e quindi bisognoso di continuo esercizio.
  • Il continuo esercizio fisico che può diventare una vera e propria mania, portando ad un cambiamento radicale nelle abitudini quotidiane.

Le persone cambiano radicalmente la loro visione dello sport, modificando aspettative e tempo dedicato ad esso.

L’esercizio è di priorità assoluta con conseguenze spesso drastiche nella vita sociale: sia nei rapporti affettivi, sia nella vita lavorativa, che vengono messi in secondo piano o addirittura abbandonati.

Qualsiasi altra attività nel tempo libero, che non è legata alla disciplina praticata viene trascurata.

Solitamente, le persone adottano un abbigliamento conforme alle esigenze della pratica sportiva.

La persona affetta da VIGORESSIA trasforma le sue abitudini alimentari:

  • Predilige una dieta molto rigida e salutista, nella quale sono incluse grandi quantità di alimenti iperproteici, importanti per lo sviluppo muscolare;
  • Sono quasi completamente evitati i cibi ricchi di grassi e carboidrati.
  • L’alimentazione risulta quindi limitata ed ossessiva;
  • Quando è presente lo strappo alla regola, è accompagnato da un gran senso di colpa, che la persona combatterà facendo ore e ore di esercizio fisico.

È molto frequente l’uso (e l’abuso) di integratori e sostanze anabolizzanti, fondamentali per aumentare la massa muscolare, per migliorare le proprie forme fisiche e portando la persona oltre i limiti fisici posti dalla natura umana.

Nonostante tutte queste modificazioni nelle abitudini e nonostante la smisurata quantità di esercizio fisico svolto, il vigoressico vedrà sempre il suo corpo come troppo magro e troppo poco muscoloso.

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Dr.ssa Volpe Brinzaglia Alessandra